martedì, aprile 15, 2008

Elezioni: tutti a casa





All'inizio la speranza alimentata dai primi exit pool: lista del PDL al 42%, lista del PD al 40%, con il PD come primo partito nazionale: c'è margine per sperare in una vittoria o comunque in un buon risultato del PD veltroniano.

Dopo qualche ora la triste realtà prende la forma di distacchi di 8-10 punti, con il PD nettamente sotto il 40%, una Lega che tocca percentuali assurde dell'8% ed una Sinistra che scompare dal parlamento restando al di sotto del fatidico 4%, mettendo così in soffitta la tradizione comunista/verde/pacifista di questo Paese.

Ho preso troppe bastonate di questo tipo per reagire bene.
Resto immobile, catatonico.



Questa volta non mi tuffo negli speciali televisivi, nell'approfondimento cartaceo o nei mille spunti internetiani.
Però alla fine la mia curiosità, seppur imbrigliata ed ammosciata, annusa lo stesso un pò intorno.

Riporto quindi due chicce da questo pazzo mondo.

Il The Guardian nel commentare il risultato delle politiche italiane fa un'interessante osservazione sulla recente storia del voto italiano:"una maggioranza di cittadini che vota la destra fino a quando questa non fallisce, per poi dare un tiepido sostegno ad alternative di sinistra troppo deboli per agire".

Pezzotta parlando a caldo, durante la diretta de La7, fa un'acuta analisi del risultato della Lega: secondo lui, la gente ha votato Bossi, più che per il secessionismo, di cui è probabile capisca ben poco, per una necessità d'identità.
Persone che, in un mondo che cambia velocemente, hanno bisogno di avere un pò di terreno sotto i piedi, e la LegaNord con le parate mediovali, con il richiamo ad un popolo padano, ha dato una risposta a questo bisogno.

In fondo era la stessa sensazione che riusciva a darti il vecchio PCI: ti dava un fazzoletto rosso, qualche santino da pregare (Gramsci, Marx, Togliatti, etc.), una festa dove mangiare salsicce e bere vino in compagnia, e la sensazione di far parte di un popolo eletto, moralmente puro, immune dallo schifo degli altrui giochi di palazzo, in marcia verso il paradiso promesso (il sol dell'avvenire).



Per il resto mi va ben poco di trovare spiegazioni, di capire questo voto.

Sono deluso da questa Italia che crede ai venditori di pozioni miracolose.

Deluso che dopo più di 50 anni non siamo ancora una repubblica civile ai livelli degli altri paesi europei.

Deluso che, dopo molto più di un secolo dall'unificazione, siamo rimasti nell'animo un popolo diviso in tante famiglie, ognuna interessata al proprio bene a discapito di quello comune.

Oggi vado da Feltrinelli, mi compro 1000 libri, 1000 fumetti, 1000 cd e 1000 videogiochi.
Mi sposo, faccio 2 figli.
E rimetto la testa fuori fra 5 anni per vedere che cosa siete riusciti a combinare con le vostre manine.
E spero di trovare ancora qualcosa dove mettere i piedi.



Buon Lavoro Presidente.



P.S.: so benissimo che queste mie intenzioni dureranno il tempo del disgustorama prodotto da una puntata di Report, ma questa è la mia sensazione al momento.

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