lunedì, luglio 09, 2007

La fantascienza per pensare


Battlestar Galactica e` forse la migliore serie di fantascienza mai prodotta.
Sicuramente la piu` matura.
E` la prima serie di questo genere che come Lost, o E.R. impegna lo spettatore a seguire un intreccio di trame multiple durante la stessa puntata.
Lo stile di ripresa e` quello dei documentari, con immagini non fisse, un montaggio veloce e con continui cambi dell`inquadratura durante la stessa scena: una modalita` di ripresa che ti fa sentire dentro a quello che accade, superando cosi` il senso di estraneita` che puo` avere una storia ambientata tra le stelle.
I personaggi vivono emozioni vere: gioia, sofferenza, linee grigie fra bene e male, come puo` accadere nella vita di ogni giorno, e non la perfezione del mondo di Star Trek o gli estremi di altre serie ambientate in realta` apocalittiche (alla blade runner per intenderci).



Nelle prime puntate della terza stagione, che sto vedendo in questi giorni, viene messo davanti alla coscienza degli americani un tema troppo delicato per le loro menti. E` giusto che un popolo oppresso, senza armi per combattere contro un nemico troppo forte, decida di utilizzare la tecnica degli attacchi suicidi?
I coloni (n.d.r.: i buoni, quindi gli americani) sotto il controllo dei Cylons (n.d.r.: i cattivoni, quindi per gli americani "gli altri") organizzano una resistenza: l`unico modo per impensierire il nemico e` quello di farsi esplodere durante eventi di massa. Il presidente umano collaborazionista (nemico) chiede all`ex-presidente ora prigioniero se ritiene accettabile l`uso di kamikaze: la domanda rimane senza risposta.
La terza stagione e` uscita lo scorso anno in America, quindi in piena crisi Iraq.
Per noi italiani che abbiamo avuto i partigiani e le BR, questo argomento fa parte delle tematiche della nostra societa`, ma per gli americani deve essere stato un quesito forte: un ribaltamento dei ruoli, dei punti di vista nella guerra fra loro e il "terrorismo mondiale"
Sorprende che queste spunti di riflessione siano dati da quello che comunamente viene visto come un genere di svago: la fantascienza.
Ma spesso e` proprio la possibilita` di girare le storie in un contesto a noi estraneo (un altro pianeta, una specie aliena) che permette di trattare situazioni molto delicate, mostrandone i vari punti di vista, diversi da quelli imposti dal politically correct.
Non male per una serie che e` nata come remake di una delle serie di fantascienza piu` brutte: la Galactica del 1978.

Anche la colonna sonora e` bella:

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